AUDIO Settimana sociale: le proposte della Chiesa
Un patto tra le generazioni per un lavoro degno e di qualità. Il mondo cattolico, riunito a Cagliari dal 26 al 29 ottobre per la 48ma Settimana Sociale, ha chiesto con forza alle istituzioni nazionali ed europee un intervento strutturale per rilanciare l’economia nel nostro Paese. I circa 1200 delegati di tutte le diocesi italiane che nei giorni scorsi si sono riuniti alla Fiera campionaria di Cagliari insieme a un centinaio di vescovi hanno discusso su un tema decisivo per la nostra società: quello del lavoro. Per preparare questo evento – che si è tenuto per la seconda volta nel capoluogo sardo dopo esattamente 60 anni dalla prima (1957) – un gruppo di giovani ricercatori ha scandagliato per due anni tutto il territorio italiano per trovare circa 400 buone pratiche, cioè delle aziende virtuose e innovative che possono essere considerate un punto di partenza per la costruzione del lavoro che un po’ tutti noi desideriamo. Quello libero, creativo, solidale e partecipativo di cui parla Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Il percorso si è concluso con la formalizzazione, da parte del vicepresidente del Comitato scientifico e organizzativo Sergio Gatti, di sette concrete proposte della Chiesa alle istituzioni.

La quattro giorni cagliaritana, la cui rotta è stata tracciata dal videomessaggio iniziale di Papa Francesco, ha avuto un primo momento di denuncia dei casi in cui il lavoro è cattivo e malato, un momento dell’ascolto reciproco e infine un momento costruttivo quando le concrete proposte della Chiesa sono state recapitate e illustrate ai rappresentanti delle istituzioni: il premier Paolo Gentiloni, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e i ministri del Lavoro e della Coesione Territoriale Giuliano Poletti e Claudio De Vincenti.
In questo approfondimento andato in onda su Radio Bonaria abbiamo cercato di capire in cosa consistono le proposte della Chiesa italiana che – durante la riunione cagliaritana – ha chiesto all’Italia e all’Europa di creare un ecosistema più favorevole per le imprese che vogliono creare posti di lavoro e di operare una netta inversione di rotta: dall’attuale economia che abbassa sistematicamente il livello dei diritti a favore del profitto ad una cultura d’impresa più etica che premi finalmente la dignità dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente.
Buon ascolto!