C’è stato un attimo di imbarazzo quando, durante una delle innumerevoli trasmissioni pomeridiane della Rai, l’ex soubrette Carmen Russo ha spiegato con forza che tutte le donne dovrebbero congelare i loro ovociti per essere in condizioni di fare un figlio anche quando saranno un po’ più avanti negli anni. Oggi in Italia questa pratica è legale e la Russo, proprio grazie al congelamento degli ovuli e al ricorso ad una clinica spagnola specializzata, è riuscita all’età di 53 anni ad avere una bimba insieme a suo marito Enzo Paolo Turchi.
Prescindendo dalla storia privata e dalle motivazioni della scelta di Carmen Russo, che qui non è ovviamente in discussione, il messaggio pubblicamente indirizzato alle donne è abbastanza chiaro. Congelate gli ovuli – sostiene l’ex soubrette – per avere la possibilità di fare un bambino quando deciderete che sarà il momento opportuno, magari quando troverete la persona giusta o la carriera lavorativa ve lo permetterà. Insomma, evitate a venticinque – trent’anni di dover fare una scelta tra il lavoro e un figlio: a cinquant’anni potrete avere l’uno e l’altro.
Questo messaggio – peraltro assolutamente legittimo – è per la verità in linea con la mentalità attuale in cui il sacrificio e la rinuncia sono banditi e si afferma la libertà illimitata di ottenere ciò che vogliamo e quando lo vogliamo grazie alle enormi possibilità offerte dalla scienza moderna soprattutto per chi dispone di un portafoglio ben attrezzato.
Eppure l’imbarazzo con cui è stato accolto nello studio della Rai l’appello di Carmen Russo dimostra che non è tutto così scontato. E che forse un bambino è ancora visto nella maggior parte dei casi come un dono che a volte irrompe nella vita di una coppia anche quando non è stato programmato. Qualcuno pensa ancora che l’arrivo di un bambino possa stravolgere la vita dei genitori, possa comportare delle scelte, delle rinunce e delle valutazioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. O che il fatto che non arrivi debba essere comunque accettato.

Non è un ragionamento etico, né tanto meno religioso. Ma esclusivamente esistenziale. Perché l’esistenza assume un significato profondo grazie alle piccole e grandi scelte che compiamo responsabilmente ogni giorno. La vita è in grado di affascinare e stupire se riusciamo a non limitarla a un freddo calcolo e se non la comprimiamo nello spazio angusto della nostra volontà e dei nostri desideri. Quando ci apriamo al suo mistero. Anche se non riusciamo a capirlo.
Il bello della vita, insomma, è che ci può travolgere con i suoi avvenimenti ed in un attimo può far cambiare totalmente le nostre idee e le nostre convinzioni.
Le cose non vanno quasi mai secondo i nostri progetti, ma diventiamo uomini e donne quando riusciamo ad accettare anche ciò che non abbiamo deciso e quando abbiamo la capacità di camminare anche delle strade difficili che non avremmo mai scelto di percorrere. Quando pretendiamo di avere tutto senza fare delle scelte precise e delle rinunce restiamo solo dei bambini viziati che si ostinano a non voler crescere. Perché la vita, nonostante i nostri sforzi disperati, non si può mai congelare.